giovedì 21 novembre 2019

Gita al Museo del Grano a San Filippo Superiore


Quindici minuti d'auto più in là a volte si nasconde un mondo che non assomiglia per niente a quello da dove proveniamo.
Poco sopra Messina, con un panorama sullo stretto da togliere il fiato, in una mattinata assolata e frizzantina, arrivo in un piccolo villaggio a me sconosciuto: San Filippo Superiore.
Sono qui per incontrare qualcuno che non conosco ancora, che mi mostrerà qualcosa che potrebbe essere magnifico o fatto male, ma chi mi ha mandato qui è qualcuno che conosco già bene e che fa le cose meravigliosamente (ciao Marco!), quindi vale la pena fare una bella gita.
Il villaggio è minuscolo, fatto di stradine strettissime, muschio, vecchi lavatoi e una scuola elementare, la gente saluta e sorride; mi piace.
Mi accoglie Nino, la persona che non conoscevo, ma siamo subito amici, mi fa strada per i vicoli mentre inizia a raccontarmi.
Ci fermiamo davanti ad una porta, in un vicolo stretto, vicino a questo lavatoio, qui si trova il Museo del Grano.
Un piccolo e signorile edificio su due piani fa da scrigno a tesori di valore inestimabile: cultura e tradizioni contadine.

Hanno esposto qui attrezzi antichi, macchinari meno antichi, spighe gialle e spighe con lunghe "barbe" nere, barattoli di chicci piccoli e grandi e poi un bel mulino con grandi macine di pietra.


Sui quadretti si legge la storia dei grani antichi, si può identificare l'area dell'isola in cui ognuno di questi era maggiormente coltivato, c'è anche la segale, qui nel messinese chiamato Immanu. Sono felice di vedere tutto ciò che mi rallegra il cuore ogni giorno. questo è il mio mondo!


Al piano di sopra c'è un bellissimo ballatoio e ci sediamo a parlare un po'. 
La cosa più affascinante, nonostante la mia passione per i grani antichi, la mia ossessione per tutto ciò che gira intorno al mondo della panificazione, non sono le spighe o i quadretti e nemmeno gli attrezzi antichi, nemmeno la grossa pietra che i buoi usavano per battere le spighe, nè la macchina per pulire e separare i semi, e quasi neanche il mulino. La cosa più affascinante qui è la passione, l'umiltà, la caparbietà di un gruppo di persone e per me principalmente di quest'uomo che mi racconta gli sforzi e la volontà di recuperare il nostro passato.


Facciamo un giro per il villaggio, vediamo un forno a legna, parliamo ancora tanto ed è ora di andare a prendere il mio piccolo bimbo dai capelli color del grano, ma tornerò ancora, userò presto la loro farina di segale e non smetterò mai di parlare di grani siciliani e di pane buono.
Grazie Nino Bebba per la bellissima giornata!